venerdì 20 marzo 2020

Pensiero

Il 9 marzo 2020 tutta la Nazione si tinse di un unico colore.

Non per scelta o per partito, non per agghindare di gioia.
Siamo sospesi in una dimensione surreale, ancora rintontiti dal panem et ludi.
Ci siamo messi stretti stretti a spiare il vicino, per vomitare la frustrazione di una prigionia non richiesta, a farci le battaglie ruggenti attraverso un monitor. Tic, tic, tictictictictic!
     Noi, che la guerra vera non l'abbiamo nemmeno sfiorata da lontano.
     Noi, che l'abbiamo vista solo in televisione, sbiascicando la cena e mascherando spallucce con perbenismi: "Eh, ma tanto è lontano".
     Noi, che ci siamo viziati di cose e persone scontate.
     Ci pareva tutto surreale pure qundo sentivamo esplodere le bombe in diretta, impotenti davanti al dio monitor. Oggettivamente, non potevamo certo attraversarlo e piantare un arcobaleno in terra.
     Ce n'erano tante di battaglie da combattere, ogni giorno, a ondate: il cibo, gli animali, il genere, l'ambiente, il cibo, la moda, l'AMBIENTE, la guerra lontana, la religione, il nuovo credo, la moda, l'ambiente, le unghie, l'educazione, per salute e per non offendere, IL MONDO COLLASSA, c'è l'attore del telfilm MANCA L'ARIA i vichinghi!, ci si chiude a riccio si cerca casa il salotto coi telefilm IL SUICIDIO [di massa e della mente] la moda l'AMBIENTE i social CI SI AMMAZZA PER LE STRADE l'arte stuprata e inflazionata IL GENERE IL CIBO IL CORPO L'IPOCRISIA
Assenza di respiro, di contatto vero, di priorità.
     Si nota che il fiore nel vaso ha bisogno d'acqua, solo quando ormai sta appassendo. A volte è marcio, sfiorito, secco. Si fa finta di niente o si cerca di riportarlo in vita.
                                                                    [Taglia le foglie secche, magari riprende. Se non è morta.
     Anche lo specchio è impolverato. Spessi vetri sporchi che a stento guardiamo.
     Anche la testa è meno silenziosa.
     Lo specchio va guardato. Ora c'è tempo. Lo specchio non tace, distorge la bocca. Arriva il momento di respirare. Sciacquarsi le mani, chiudendo piano la porta, prima di andare a dormire. Tutto regolare: i pensieri vuoti forse tacciono. Ora siamo quasi nudi, non più personaggi né protagonisti di un gioco tossico.
     Tremiamo nei nostri letti la sera, attorniati da un nemico invisibile. Surreale. Intangibile, finché non inizia la caccia alle streghe sotto casa. Siamo i nuovi inquisitori! Ci trasformiamo a ondate di tuttologia, con lo sguardo incerto sul dove posarsi.

    Eppure...
Una volta un Islandese dialogò con la Natura ed essa si stupì di come l'uomo si credesse importante nei suoi meccanismi: lei andava avanti e non si accorgeva della sua fine. L'uomo soccombeva e lei proseguiva. Oggi riprende respiro, ringrazia. Il poeta se la ride dalla tomba.

    Eppure...
Da bambina, avrò avuto quattro anni, mia sorella mi spiegò il principio del tao. Ci provò in modo semplice ed elementare, così che potessi un minimo comprendere. "Vedi", mi disse "Questo è il bene (il bianco), ma nel bene c'è un po' di male. E questo è il male, ma c'è un pochino di bene." Non è sicuramente il significato vero, ma il principio espresso aveva un senso.
    Siamo ora costretti a guardare nello specchio e a spolverarlo, ci troviamo ad accudire la pianta dimenticata nel vaso, rischiando che abbia comunque sviluppato spine velenose per l'essere stata dimenticata al buio per troppo tempo. Poteva essere un bel fiore, ora è una pianta carnivora o sta morendo e un po' d'acqua e luce potrebbero farla tornare più forte di prima.
     Se Diogene venisse a bussare ora alle nostre porte, forse comincerebbe a vedere qualcosa, un po' come il marinaio che grida "terra! Terraaaa!", dopo mesi di navigazione.
    Ma ci vorrà ancora del tempo. Bisognerà buttare ancora giù le maschere, quelle con cui uscivamo prima del disastro, quelle che non si vedevano. Quelle che ci toglievamo solo prima di dormire.
    Bisognerà imparare ancora e ancora qualcosa che non è nuovo ma che ci riprometteremo ancora di non dimenticare.
    Noi
abbiamo visto crollare le torri, abbiamo letto delle streghe bruciate. Abbiamo pellegrinato coscienziosamente verso i campi di sterminio. Abbiamo visto il terrorismo distruggere le certezze di molti e di pochi. Abbiamo visto la cattedrale ardere, i terremoti spaccarci la casa, le razze estinguersi per mano nostra, le foreste carbonizzarsi, le guerre per l'oro nero. Ci stavamo inesorabilmente avvicinando alla predizione di Sioux, reagendo a ondate, drogati di superficialità, intoccabili e indistruttibili nelle nostre convinzioni superflue. Tutto attraverso uno schermo, che rendeva ogni cosa lontana, surreale, commovente finché non iniziava l'ossessione modaiola di quel giorno. Facciamo parte dei nuovi capitoli di storia solo da spettatori passivi e ingnari. Diremo ai nostri figli "io c'ero", ma chissà se ometteremo il non aver mai partecipato davvero. Di non aver mai pianto finché la nostra immagine, quotidianità, vita non hanno preso a crollare una dopo l'altra; di non essersi mai curati davvero di coltivare la piantina nel vaso perché si considerava poco importante. Ora ci si aggrapperebbe pure ai granellini di terra che ne fuoriescono... finito tutto questo, il piccolo fiore storto tornerà ad appassire in un angolo? O avremo imparato qualcosa?
   Dal caos, nasce la quiete. Ho detto una cosa qualcuno, col cuore: "Non sei sola. Ok? Non lo sei nemmeno chiusa in casa. Non lo sei in una stanza, non lo sei se la tua unica finestra sul mondo è virtuale. Petrarca disse che "la peste ci rese poveri e soli". Io dico che qiesta "peste"oggi ci rende tutti più uniti. Le distanze si accorciano, i giorni scorrono. E tornerà la tua amata estate e, con essa, tutti i valori che sembravano abbandonati nel XXI secolo."
 Voglio crederci. Poi tornerà tutto come prima, nel bene e nel male? Probabile, ma chissà.
E, a chi ha perso qualcuno in questa pandemia, voglio mandare un umile abbraccio; per quel che può valere, da una sconosciuta che ancora nutre la speranza di un risveglio dell'Uomo.

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4 commenti:

  1. Mi hai fatto venir I brividi. Bravissima..

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  2. Bellissima testimonianza, tradotta in chiave artistica e allegorica, di quella che è la realtà che in tanti non vogliono ne vedere ne accettare..

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