mercoledì 22 aprile 2020

Un saluto a Bella

Tutti noi conosciamo la celeberrima fiaba de La Bella e la Bestia; ne abbiamo viste e lette varie trasposizioni e versioni. La storia di fondo comunque non cambia: un uomo (mercante nella fiaba originale e inventore nella versione animata disneyana) si perde nella foresta e si rifugia in un castello incantato, il cui proprietario è un principe trasformato per punizione in una bestia. L'uomo coglie una rosa dal giardino da portare alla figlia più giovane, la Bestia si altera e... tutti noi conosciamo come prosegue la storia.
      Veniamo al dunque: la graziosa figlioletta, da tutti ribattezzata Bella, un po' per senso del dovere e un po' per il suo carattere buono; parte alla volta del castello e si concede come prigioniera, in cambio della salvezza del padre. Tutto per una rosa, altro elemento simbolico ricorrente nella fiaba, ma su questo torneremo un'altra volta.
      Bella è intelligente, dolce, premurosa e ha pure un po' di carattere dalla sua, nonostante spunti fuori pian piano il suo lato da crocerossina.
      È talmente tanto virtuosa, da fare innamorare di lei la Bestia, che le concede addirittura della libertà.
      È talmente tanto virtuosa da innamorarsi a sua volta del principe che non può vedere, ma può percepire sotto strati di pelliccia e zanne acuminate.
      È talmente virtuosa da trasformare la Bestia nel principe, con il quale vivrà felice e contenta per sempre.
      Bella, dunque, si fa volontariamente prigioniera per un nobile scopo e si innamora del proprio “carnefice”. Ecco qui l'inghippo vero e proprio: l'innamorarsi di un carnefice e il volerlo salvare a tutti i costi. La trasformazione nella Bella 2.0 è quasi sconcertante. “Fuggi, pazza!”, verrebbe da gridare a tutte quelle creature ingenue che non riescono a fuggire da questo meccanismo; spesso diventa quasi un percorso tortuoso e crescente, ricorrente anche in diverse relazioni.

Perché? Tutti, almeno una volta, di fronte ai titoli di cronaca nera, ci chiediamo perché quella Bella 2.0 di turno sia finita sotto una corona di rose funebri; perché non è scappata? Perché non ha denunciato? Perché ci stava allora?

       Signora Empatia, mi duole comunicarLe proprio qui il Suo necrologio. O, se non si tratta di una vera morte, si spera nel suo ritorno dall'oltretomba. Signora Empatia, mi aiuti a dirle che qui è stata brutalmente travisata. Perdoni, La prego, se la Sua esistenza è stata usata per giustificare e comprendere la Bestia 2.0, solo perché la signora Società Reietta ha deciso che l'unica colpevole è la Bella moderna!
                               D'altronde si sa: la vittima se la cerca. NO
                 La vittima è solo vittima. NO
     Doveva stare zitta...

NO.

Riavvolgiamo il nastro, prima della tomba, prima della corona funebre, alla scena straziante in cui la nuova Bella decide di sacrificare tutta sé stessa in un “amore” che ne porta solo il nome ma non il contenuto. Anzi, a qualche passo ancora indietro.
     Alla signora Società Reietta, che tollera ancora a occhi chiusi le disparità e il sangue versato. Alla stessa SR che ti guarda male se hai una gonna corta, che vai bene se sei timorata di Dio, ma che ti vuole disponibile a schiocco di dita. Bella viene educata sin dall'infanzia in un contesto antiquato, dov'è normale abbassare la testa. “Non accettare le caramelle dagli sconosciuti” è il nuovo “non andartela a cercare”. Signori giudici, non fraintendete; la signora SR non suggeriva la stupidità dell'accettare le caramelle come una severa e giusta punizione perché ovvio, bisogna sapersi difendere ma non insegna a non offrire 'ste cazzo di caramelle. Signora SR, da brava, stia zitta che fa una figura migliore.

     Bella 2.0 cresce così, magari cullata anche da ambienti tossici che le impediscono di avere una visione del tutto positiva di sé. Magari impara che quello della Bestia, le dà il modello d'amore da seguire.
      Sempre lei, allo sbocciare dell'amore funesto, è arrivata al punto di credere di meritarsi molto poco a livello sentimentale come nella vita. Magari il sommo Narciso le sembra quasi un dio, magari ha la freddezza e la forza fisica dell'uomo forte che non deve chiedere mai, l'antieroe incompreso ma che, sotto la scorza dura e tossica, nasconde il bellissimo e virtuosissimo principe dei sogni. Magari questo sommo Narciso le mostra una realtà in cui la vizia con una serie di meraviglie architettate a tavolino. Sei speciale, Bella. E solo io posso fartici sentire.
       Il mondo delle meraviglie comincia a collassare pian piano, ma Bella ormai è assuefatta. Non crede, non si capacita della trasformazione in Bestia. Passare da “Eppure IO ho visto un principe” a “la colpa è mia” a “POSSO SALVARLO” è un lampo. Ed è proprio la convinzione data dalla favola a spronarla a lottare. “Povero piccolo e incompreso!” Bella 2 si mette il copricapo da infermiera, si rimbocca le maniche, si aggrappa con le unghie e con i denti all'immagine che non riesce a scalfire, al non accettare di non poter gestire la situazione. Allora si dispera, si fa a pezzi, cerca di reagire ma i colpi poi, sembrano quasi inevitabili.

      Bella prova a fuggire, ma poi torna perché la Bestia è agonizzante nel roseto. E lei si sente di nuovo speciale, l'unica in grado di curare la Bestia e farla tornare un Principe, perché il suo amore è puro e vero e alla fine trionfa sempre.
      “Prima che cada l'ultimo petalo”, recitava la maledizione.

Perché il vero amore ha tante difficoltà e alla fine il premio e la soddisfazione, dopo tante frustrazioni vissute, saranno più succulenti di qualsiasi altra cosa. Bella non capisce che a sfiorire non è la rosa magica, ma se stessa. A volte Bella lo capisce e riesce a salvarsi, ma una volta ricresciuti i petali, ci ricasca, magari stavolta con una Bestia 3.5,. Bella ormai è fragile e spaurita, si rifugia nel bosco ma smette quasi di reagire. Le ha provate tutte, ma nulla: la Bestia continua a mangiarsela poco a poco senza ritegno. E lei continua a chiedersi dove abbia sbagliato, perché il principe non torna... o non arriva.
  
    Signora Empatia, mi riappello a Lei: insegni a Bella che deve abbracciarsi stretta, che deve prenderLa sotto braccio prima davanti allo specchio e poi col resto del mondo.
Bella, per favore, impara a farlo. A volerti bene davvero, a capire che meriti di meglio e che l'unica vera rosa sei tu. Impara a non aspettare il principe che ti salvi, ma che puoi combattere anche da sola. Che puoi chiedere aiuto, prima che il tuo ultimo petalo si schianti al suolo. Che non puoi salvare la Bestia 3.5, ma nemmeno sue varianti; perché non hai gli strumenti e vali molto più di quanto tu sia disposta a credere.
     Perché l'amore, quello vero, non fa così male. Non ti uccide, non ti fa a pezzi. Non ti fa aver paura del buio.
     Signori della giuria, a voi tutti e tutte, vi chiedo di sciogliervi del vostro ruolo e se avete sfruttato la Signora Empatia per capire l'urlo della follia di Caino, e giustificare quindi a occhi chiusi la Bestia, potete anche gentilmente concederla a questa fanciulla; spesso messa a tacere perché troppo debole o troppo forte. Riguardatevi negli occhi, rileggetevi anche tutte le fiabe del mondo e raffrontatevele con la nuda realtà; e poi tornate, dite se avete finalmente capito. Guardate in faccia i vostri figli, madri, genitori, fratelli e amici. Leggete la storia, guardate il progresso e accertatevi che le vostre mani siano davvero intonse come credete. Signori della giuria di ogni luogo e ogni dove, compagni di letto della signora SR, toglietevi il cappello e alzatevi in piedi, a mani basse e a bocche un po' più chiuse. Spogliatevi e indossate altri panni, poi ne riparleremo.

      Si sa che la Bestia diventa tale a furia di gemere in silenzio... non è sempre vero.
      Si sa che ci sono sempre due ruoli in una situazione. Vero ma, vi prego, imparate a scindere.

    E tu, Bella, ti prego, trasformati in una Bella 3.0 e cresci rigogliosa. Fai in modo che non dobbiamo più indossare scarpe rosse intrise di lacrime.
     E salva prima te stessa, perché la fiaba è bella, ma lo è ancor di più la vita tua.
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